campagna del

COMUNE ANTITRANSGENICO

(Comuni Liberi da Produzioni Agricole Transgeniche)

 

Contro lo strapotere delle multinazionali dell'agribusiness si propone la creazione di un circuito di Comuni che si oppongano alla coltivazione e/o sperimentazione sul proprio territorio di nuove varietà di vegetali e allevamenti di animali creati in laboratorio con la manipolazione genetica.

Gli obiettivi specifici della campagna sono i seguenti:

  • Evitare di compromettere l'equilibrio biologico e l'ecosistema, attraverso l'impollinazione incrociata e la deriva tra specie simili: le modifiche genetiche delle nuove varietà potrebbero trasferirsi alle altre colture generando conseguenze imprevedibili.
  • Prevenire danni alla salute della popolazione. Le modifiche apportate ai vegetali ed agli animali attraverso la manipolazione genetica possono avere seri effetti negativi sulla salute dell'uomo e anche degli animali a cui siano destinati, allergie e sicuramente in alcuni casi resistenza agli antibiotici.
  • Consentire alle aziende a conduzione biologica di poter continuare la propria attività in quanto non possono permettersi di subire una deriva da coltivazioni manipolate geneticamente, pena la revoca della Certificazione di qualità Biologica.
    Inoltre agli agricoltori confinanti con tali coltivazioni sarebbe di fatto impedita la possibilità di convertire il metodo di lavorazione convenzionale (con uso della chimica) con il metodo a conduzione biologica, limitando così la libertà di esercizio del proprio lavoro.
  • Promuovere un modello di agricoltura dal massimo rispetto ambientale, che valorizzi le produzioni locali, di pregio, tradizionali, dalle rese più soddisfacenti sia dal punto di vista qualitativo che economico.
  • Informare la popolazione sugli effetti perversi di una agricoltura industrializzata, dominata da un numero ristretto di grandi imprese multinazionali che non è solo fonte di rischi per la salute dell'uomo e di tutti gli esseri viventi, ma è anche la fonte di crescenti diseguaglianze nel mondo e genera disoccupazione e miseria nelle aree povere del pianeta.
    Infatti aver consentito la brevettabilità degli organismi ottenuti da modificazioni genetiche, ha di fatto creato la condizione per una concentrazione di potere nella produzione e distribuzione degli alimenti mai esistita prima d'ora.