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Mucca pazza divide l'Europa

16 novembre 2000

Niente accordo a Bruxelles, i provvedimenti slittano
La Commissione prende tempo, prevalgono gli interessi nazionali.
Prodi: "Prudenza, non incoscienza"

MARCO MAROZZI


BRUXELLES - L'Europa prende tempo e la mucca pazza rischia di scatenare una guerra fra Stati. Mentre a Strasburgo gli europarlamentari chiedevano a gran voce misure immediate, a Bruxelles il Comitato dei veterinari dei 15 Paesi Ue rinviava ogni decisione al Consiglio dei ministri dell'Agricoltura che si riunirà lunedì e martedì. Appuntamento decisivo per trovare non facili misure comuni.
Il Comitato dei veterinari non ha accettato le proposte della Commissione Prodi. Niente test su "tutti" i bovini oltre i 30 mesi, si tratterebbe di 6-7 milioni di animali all'anno. L'esame sarà solo sui capi "a rischio", che sono malati, muoiono, manifestano sintomi neurologici sospetti: 400mila bestie previste. Nessuna decisione sul divieto di alimentare con farine animali pecore e capre, oltrecchè i bovini per cui la proibizione è già in atto anche se di quasi impossibile controllo.
Sui test generalizzati, dal costo di una novantina di euro (180 mila lire), le riserve sono giunte dai Paesi nordici, difensori della credibilità delle proprie mucche. Sulle farine è esploso l'enorme complessità del sistema. Chi controlla che questa alimentazione, permessa per suini e pollami, non venga data negli stessi allevamenti anche ai ruminanti? Come sostituirla, giacchè le farine vegetali (da soia, colza, mais) non bastano e la produzione è limitata anche da accordi internazionali? Come non danneggiare i produttori di maiali e polli (il Belgio è preoccupatissimo)?
Poi ci sono i dubbi su dove si fermino i confini della mucca pazza. "La Francia - ripete Paola Testori, direttore della sicurezza alimentare della Commissione Ue, che ha presieduto la riunione dei veterinari - è stata l'unica ad anticipare al primo settembre i test fissati per il 2001. E li ha fatti su un ampio numero di capi". Un rapporto della Commissione alcuni mesi fa criticava l'Italia per i controlli sui bovini macellati.
"Non esiste soluzione magica", ha ripetuto il commissario alla Sanità David Byrne in un Europarlamento dove sono echeggiate accuse ai governi di non applicare le norme comunitarie.
L'assemblea di Strasburgo ha presentato una risoluzione in cui si chiede l'"introduzione rapida" dei test per "tutti" i bovini e gli ovini con più di 18 mesi, la "tracciabilità integrale dalla stalla alla forchetta" per gli alimenti, una "moratoria Ue sulla produzione di farine animali" per "ogni tipo di animali", compresi quindi suini, pesci, polli. Hanno firmato insieme popolari e comunisti, verdi e conservatori, socialisti e liberali. "Finora ci è mancato il supporto dei governi" accusa Byrne. E Romano Prodi: "Non ci possono essere discipline diverse in un mercato unico. Chiudere le frontiere non serve". Il presidente della Commissione ha assicurato che "saremo prudenti, non incoscenti. Non si faranno risparmi, le risorse si trovano". L'idea è di contribuire come Unione con 30-40 euro a test, pagando il materiale, mentre il personale spetterebbe agli Stati. Per la mucca pazza inglese si sono spesi oltre 100 milioni di euro.