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Porto Alegre -
31 gennaio/5 febbraio 2002

notizie sulla contemporanea riunione dei globalizzatori a New York: World Economic Forum

Con la globalizzazione l'Occidente è cresciuto meno
di Noam Chomsky 

PORTO ALEGRE 2/2/2002 - Il sistema di dominazione dei popoli oggi è estremamente fragile. Il pretesto cambia ma le politiche continuano sostanzialmente a essere le stesse. Negli ultimi anni abbiamo conosciuto il comunismo, il crimine, la droga, il terrorismo. A volte il cambiamento dei pretesti insieme alla continuità delle politiche è tanto drammatico che richiede un grande sforzo per non rendercene conto. Ovviamente questi centri di potere sfruttano ogni opportunità per portare avanti i loro programmi e usano la crisi, come un grande terremoto o una guerra o perfino un atrocità come quella dell'11 settembre. 

E la crisi fa sì che sia possibile sfruttare la paura e la preoccupazione del pubblico per esigere che gli avversari siano umili, ubbedienti, distratti. In Stati più brutali può significare l'aumento del terrore e della repressione. Questo è stato molto più facile negli ultimi mesi - e non voglio insultare la vostra intelligenza dicendo a che cosa mi riferisco. Le vittime di questo sistema certamente dovrebbero resistere allo sfruttamento prevedibile dell'elemento "crisi". Dovrebbero concentrarsi sulle principali questioni che rimangono pressapoco le stesse che erano prima: programmi di militarizzazione e l'attacco sempre più forte contro la democrazia e la libertà, che sono il nucleo centrale dei programmi cosiddetti neoliberali.

Il conflitto in corso viene simbolizzato in questo momento dal FSM a Porto Alegre e dal FEM di Davos a New York. Il FEM di Davos è una riunione di quelli che veramente prendono le decisioni nel mondo dei ricchi e famosi del mondo, i leaders, gli uomini d'affari, i politici. Dicono di riunirsi per pensare profondamente ai problemi che l'umanità affronta. Temi come: come possiamo inserire valori morali in quello che facciamo? Oppure: che cosa dobbiamo mangiare? In effetti, i ristoranti eleganti di New York saranno pieni zeppi dei partecipanti di Davos... 

I media americani fanno riferimento in questi giorni a un anti-forum che si sta realizzando in Brasile, frequentato da pazzi riuniti a Porto Alegre per protestare contro le decisioni dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. E un altro riferimento è alla brutta faccia dei partecipanti. Questa retorica è interessante: è infantile ovviamente. Secondo me, tale infantilità deve essere capita come segno di inferiorità e insicurezza. Noi ritenuti "pazzi", riuniti qui a Porto Alegre, dobbiamo essere l'antiforum. E i pazzi dell'antiforum sono ovviamente quelli che si oppongono alla globalizzazione: questa è un'altra retorica che dobbiamo rifiutare.

La globalizzazione significa integrazione internazionale, e nessuno ci si opporrà, e ciò dovrebbe essere ovvio per il movimento sindacale dei lavoratori e della sinistra. Il FSM è una delle realizzazioni più importanti della speranza della sinistra e del movimento dei lavoratori e di altri movimenti popolari. Dobbiamo cercare un programma di globalizzazione che si preoccupi dei reali interessi del popolo e combatta la concentrazione illegittima di potere. Il termine globalizzazione non può essere ristretto alla loro visione della integrazione internazionale. Una visione che si preoccupa solo degli interessi corporativi, essendo gli interessi del popolo qualcosa di incidentale. E' con questa terminologia ridicola che chi cerca una forma più giusta e decente di globalizzazione viene definito "anti-globalizzatore". Non dobbiamo accettare questo termine spreggiativo con cui i primitivi, uomini dell'età della pietra, si riferiscono agli "anti-globalizzatori". I re Magi di Davos, si chiamano modestamente. Io preferirei il termine usato dal Financial Times "I Signori dell'Universo". Giacché i signori dell'Universo professano e ammirano Adam Smith allora possiamo sperare che seguano la sua descrizione del proprio comportamento, sebbene Smith li chiamasse "Signori dell'Umanità" (ciò è stato prima dell'era Spaziale), si riferiva a quello che lui chiamava i principali architetti della politica del suo tempo: i mercanti e i fabbricanti d'Inghilterra, che cercavano i propri interessi, anche a costo di avere un impatto sugli altri popoli.

Ora dirò qualche parola sul tema di questa conferenza, cioè, su un mondo senza guerre. Parlerò in modo molto generico, le questioni specifiche su cosa fare in Colombia, Palestina, saranno trattate poi in apposite conferenze. Non possiamo dire molto su temi umani senza avere fiducia, ma a volte ciò è possibile. Noi possiamo per esempio avere fiducia in due cose: o ci sarà un mondo senza guerre o non ci sarà più un mondo. Almeno un mondo abitato da creature che non siano batteri, scarafaggi ed altri insetti. 

E questo perché gli uomini hanno sviluppato mezzi per l'autodistruzione nell'ultimo secolo. Inoltre, i leaders del mondo civilizzato hanno piena coscienza di quello che stanno facendo, almeno così ammettono i funzionari delle loro agenzie di intelligence come la Cia, tutti favorevoli alla corsa alla distruzione del mondo. Più terribile ancora è che ciò è svolto e messo in atto in una base irrazionale. Esistono ideologie e valori dominanti che classificano la sopravvivenza molto al di sotto dell'egemonia. Sono principalmente marxisti volgari, come ho detto. Questa è la base per la militarizzazione dello spazio, che appartiene a questi programmi, programmi che sono stati portati avanti sfruttando l'opportunità aperta dagli eventi dell'11 settembre e quindi aumentando la minaccia di distruzione in nome della difesa contro il terrorismo.

La globalizzazione ha portato a una prosperità mai vista prima, ed è quello che ci dicono. Ciò è vero soprattutto per quel che riguarda gli USA, e nella decade degli anni Novanta gli USA hanno avuto il più grande boom economico del mondo. Alcuni sono rimasti indietro in questo miracolo economico della decade. Noi "pazzi" ci preoccupiamo di questi poveretti. Le falle del modello riflettono il dilemma sulla questione della crescita veloce e della globalizzazione. Ci dicono che le disuguaglianze aumentano perché alcuni non sfruttano le opportunità meravigliose di questo sistema. Questo quadro è falso. Ed è difficile percepire che, indipendentemente dalla crescita della disuguaglianza, la crescita degli USA negli anni Novanta è stata uguale a quella dell'Europa, molto al di sotto dei primi 25 anni dopo la seconda guerra mondiale, e molto minore di quella degli anni durante la guerra in una economia gestita dallo Stato.

Allora: come può un quadro convenzionale come questo essere tanto radicalmente diverso? Come mai fatti così controversi? La risposta è semplice. Per una piccola parte della società gli anni Novanta sono stati davvero anni di un boom economico e questo settore include quelli che danno a tutti gli altri la meravigliosa notizia. 

E in realtà non possono essere accusati di essere disonesti, leggono tale notizia ad ogni momento sui giornali che scrivono sulla base della propria esperienza personale. Ciò è vero anche per le persone con cui si riuniscono attraverso i circoli universitari e le conferenze d'élite come quella che i Magi ora stanno frequentando a New York o nei ristoranti eleganti dove si divertono. È soltanto il resto del mondo che è diverso da loro.

La globalizzazione è precedente alla prima guerra Mondiale. Allora era molto più ampia che oggi. Per esempio, era molto più diffusa quella che che Smith chiamava la libera circolazione della mano d'opera. Il caso più drammatico che posso citare è il flusso di capitale finanziario speculativo a breve termine che va ben oltre a qualsiasi fatto precedente. Questa differenza fra la globalizzazione di oggi e quella del passato rivela caratteristiche essenziali della versione contemporanea della globalizzazione: il capitale è la priorità, il popolo è qualcosa di incidentale.

I confini tra gli USA e il Messico sono artificiali, come del resto tutti i confini, sono risultato di conquiste. I confini sono stati militarizzati dal governo. Clinton, per impedire la libera circolazione della mano d'opera ha indebolito il libero commercio, nel senso classico del termine, e ciò è stato importante per gli effetti del miracolo economico in Messico che ha portato al disastro la maggior parte della popolazione messicana. 

Il flusso di capitale è stato accellerato ancor di più. Due terzi del commercio oggi sono gestiti da tiranni privati. Una misura più tecnica della globalizzazione è la convergenza in rapporto al mercato globale: prezzo unico e salario unico. Certamente ciò non è ancora avvenuto, rispetto al reddito sta succendendo il contrario.

La disuguaglianza sta aumentanto in diversi paesi e dentro ai paesi, noi ci aspettiamo che continui l'aumento della disuguaglianza. La comunità di informazioni degli USA insieme a esperti e accademici recentemente ha divulgato una relazione in cui rivelano le loro aspettative per i prossimi 15 anni: l'evoluzione della globalizzazione sarà segnata da volatilità finanziaria cronica e una divisione economica mondiale sempre più grande. Ciò significa, meno convergenza e meno globalizzazione in senso tecnico, più globalizzazione in senso dottrinario del termine e la volatilità finanziaria significa crescita più lenta, più crisi, più povertà. 

È esattamente in questo momento che abbiamo chiara la connessione stabilita tra globalizzazione voluta dai cosiddetti Signori dell'Universo e la probabilità di guerra. Il motivo è che gli esperti militari usano queste previsioni e hanno spiegato bene che questa aspettativa sta dietro alla grande espansione degli armamenti, addirittura prima dell'11 settembre. 

Vediamo che c'è una grande celebrazione della democrazia nell'emisfero, tuttavia un'altra prospettiva dimostra che non è proprio così. Negli USA, i leaders delle aziende dicono che bisogna imporre alla popolazione una fisolofia di futilità perché ci sia una concentrazione dell'attenzione umana in cose superficiali, cose che vanno di moda, beni di consumo; la gente riceve bene queste idee e si dimentica di pensare su come gestire la propria vita e finisce per lasciare in mano a questi grandi maghi le decisioni riguardo al suo futuro.

Questa lotta per imporre il regime assumerà molti volti, ma non finirà finchà ci sarà una concentrazione grande del potere di decisione. Quindi possiamo aspettarci che questi Signori dell'Universo sfruttino qualsiasi opportunità - soprattutto quando sentono la paura delle popolazioni come nell'11 settembre - ma possiamo non accettare queste ragioni e chi ha a cuore il futuro dell'umanità può prendere una strada diversa. La lotta popolare contro la globalizzazione basata sui diritti degli investitori, soprattutto nel Sud, sta influenzando la retorica di questi Signori dell'Universo che sono spaventati. Questi movimenti non hanno precedenti come scopo, come solidarietà, come ampiezza. Le riunioni come questa di oggi sono estremamente importanti, il futuro è in mano a quelli che fanno questi movimenti e non dobbiamo sottovalutarli.

World Social Forum - Porto Alegre, Brazil

The World Social Forum will be a new international arena for the creation and exchange of social and economic projects that promote human rights, social justice and sustainable development. It will take place every year in the city of Porto Alegre, Brazil, during the same period as the World Economic Forum, which happens in Davos, Switzerland, at the end of January. Since 1971, The World Economic Forum has played a key role in formulating economic policies throughout the world. It's sponsored by a Swiss organization that serves as a consultant to the United Nations and it's financed by more than one thousand corporations.

The World Social Forum will provide a space for building economic alternatives, for exchanging experiences and for strengthening South-North alliances between NGOs, unions and social movements. It will also be an opportunity for developing concrete projects, to educate the public, and to mobilize civil society internationally. The World Social Forum developed as a consequence of a growing international movement that advocates for greater participation of civil societies in international financial institutions such as the International Monetary Fund (IMF), the World Bank, and the World Trade Organization (WTO). For decades, these institutions have been making decisions that affect the lives of people all over the world, without a clear system for accountability and democratic participation.

Brazil is one of the countries that have been greatly affected by global economic policies. At the same time, different sectors of Brazilian society are crating economic alternatives in rural and urban areas, in shantytowns, factories, churches, schools, etc. The richness of Brazilian grassroots organizations represents a source of inspiration for the development of the World Social Forum. The Brazilian Organizing Committee is building alliances with organizations in the Americas, Africa, Asia and Europe to develop the World Social Forum.

This will be a broad coalition of organizations working on issues such as human rights, sustainable development, education, and environmental protection. The World Social Forum will discuss topics such as:

  • building economic policies that promote human development;
  • creating international strategies for grassroots organizing;
  • building proposals to democratize international institutions, such as the WTO, the IMF, and the World Bank;
  • the influence of multinational corporations in local communities;
  • creating sustainable development proposals to eradicate poverty and hunger, and to protect the environment;
  • organizing against gender and racial discrimination;
  • the protection and preservation of indigenous land and culture.

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