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I comuni che aderiscono
alla campagna

Decisione della CE, recante note orientative sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati, a cui ci si può riferire per dichiarare il proprio comune "antitransgenico"
Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, a cui ci si può riferire per dichiarare il proprio comune "antitransgenico"
Per approfondire
il problema Ogm e
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Comuni nei quali avvengono sperimentazioni autorizzate di Ogm
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Audizione a Montecitorio di Scienziati ed Esperti
L'analisi di J. P. BERLAN
Direttore di Ricerca presso
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- Economia politica degli Ogm e la posta in palio.   
- La confisca del vivente

Il Senato si oppone alla brevettabilità degli Ogm !

Il Governo si oppone alla brevettabilità degli Ogm !
Piano Nazionale sulla Biodiversità
Un vecchio discorso del Papa, non è più attuale? 
I messaggi del Papa hanno una scadenza?

...Come risulta dal rapporto ispettivo, nonostante fossero state attuate tutte le misure prescritte per prevenire e ridurre al minimo la dispersione del polline o dei semi - ha detto l'assessore del Lazio all'agricoltura, Maurizio Federico - in alcuni fiori delle piante controllo si e' avuta fecondazione, a riprova dell'impossibilita' di impedire la contaminazione biologica persino in sede sperimentale...
articolo

Perchè un comune dovrebbe diventare Antitransgenico ?


Per:

  • Evitare di compromettere l'equilibrio biologico e l'ecosistema
  • Prevenire danni alla salute della popolazione
  • Valorizzare le produzioni locali, di pregio, tradizionali
  • Consentire alle aziende a conduzione biologica di poter continuare la propria attività
  • Promuovere un modello di agricoltura dal massimo rispetto ambientale
  • Informare la popolazione sugli effetti perversi di una agricoltura industrializzata


ATTENZIONE:
di cosa si deve tener conto per ottenere dal Ministero della Sanità l'autorizzazione
(1) per impiantare coltivazioni OGM?
Il controllo è affidato ai Carabinieri e all'Anpa
(2).

Inoltre al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio sono affidati i ruoli di Autorità Nazionale Competente in materia di rilascio di Ogm e di focal point, con competenze in materia di sostegno al flusso delle informazioni tra i vari organismi interessati e nei confronti dei cittadini. 

......Direttiva 2001/18/CE......
......Direttiva 90/220/CE.......

III. INFORMAZIONE SULLE CONDIZIONI IN CUI AVVIENE L'EMISSIONE DELIBERATA E SULL'AMBIENTE RICEVENTE

A. Informazione sull'emissione:

1. Descrizione dell'emissione deliberata progettata, compreso lo o gli scopi e i prodotti previsti.
2. Date previste dell'emissione e previsto calendario dell'esperimento, comprese la frequenza e la durata delle emissioni.
3. Preparazione della zona prima dell'emissione.
4. Superficie della zona.
5. Metodo o metodi impiegati per l'emissione.
6. Quantità di OGM da emettere.
7. Perturbazione della zona (tipo e metodo di coltivazione, attività minerarie, irrigazione, altre attività).
8. Metodi di protezione dei lavoratori durante l'emissione.
9. Trattamento della zona dopo l'emissione.
10. Tecniche previste per eliminare o rendere inattivi lo o gli OGM alla fine dell'esperimento.
11. Informazioni e risultati di precedenti emissioni degli OGM, specialmente se fatte su scale e in ecosistemi differenti.

B. Informazione sull'ambiente (zona d'emissione e ambiente più vasto):

1. Localizzazione geografica e coordinate della o delle zone (in caso di notifica ai sensi della parte C, per zone di emissione si intendono le località previste per l'uso del prodotto).
2. Vicinanza fisica o biologica a persone e altri elementi di flora e fauna significativi.
3. Vicinanza a significativi biotopi o località protette.
4. Entità della popolazione locale.
5. Attività economiche delle popolazioni locali basate sulle risorse naturali della località.
6. Distanza dalle più vicine località protette per l'acqua potabile e/o altri scopi ambientali.
7. Caratteristiche climatiche della o delle regioni che possono essere colpite.
8. Caratteristiche geografiche, geologiche e pedologiche.
9. Flora e fauna, ivi comprese colture, bestiame d'allevamento e specie migratorie.
10. Descrizione degli ecosistemi, bersaglio o meno, che possono essere colpiti.
11. Confronto dell'habitat naturale dell'organismo ricevente con la zona proposta per l'emissione.
12. Eventuali programmi, conosciuti, di sviluppi o modifiche dell'uso del terreno nella regione che possono influenzare l'impatto ambientale dell'emissione.


IV. INFORMAZIONE SULLE INTERAZIONI TRA GLI OGM E L'AMBIENTE

A. Caratteristiche che influenzano la sopravvivenza, la moltiplicazione e la dispersione:

1. Caratteristiche biologiche che influenzano la sopravvivenza, la moltiplicazione e la dispersione.
2. Condizioni ambientali note o previste che possono influenzare la sopravvivenza, la moltiplicazione e la dispersione (vento, acqua, suolo, temperatura, pH, ecc.).
3. Sensibilità ad agenti specifici.

B. Interazioni con l'ambiente:

1. Habitat previsibile degli OGM.
2. Studi del comportamento, delle caratteristiche e dell'impatto ecologico degli OGM in ambienti naturali simulati, come microcosmi, stanze di crescita, serre.
3. Capacità di trasferimento genetico:
a) trasferimento, dopo l'emissione, di materiale genetico dagli OGM ad organismi negli ecosistemi influenzati;
b) trasferimento, dopo l'emissione, di materiale genetico da organismi indigeni agli OGM.
4. Probabilità di selezione, dopo l'emissione, che comporti la manifestazione di caratteri imprevisti e/o indesiderabili nell'organismo modificato.
5. Metodi applicati per garantire e verificare la stabilità genetica. Descrizione dei caratteri genetici che possono prevenire o ridurre al minimo la dispersione di materiale genetico. Metodi di verifica della stabilità genetica.
6. Vie di dispersione biologica, interazioni note o potenziali con l'agente di dispersione, incluse inalazione, ingestione, contatto in superficie, tana, ecc.
7. Descrizione di ecosistemi in cui gli OGM possono essere dispersi.

C. Impatto ambientale potenziale:

1. Possibilità di incremento eccessivo della popolazione nell'ambiente.
2. Vantaggio competitivo degli OGM rispetto allo o agli organismi riceventi o parenti non modificati.
3. Individuazione e descrizione degli organismi bersaglio.
4. Meccanismo previsto e osservato di interazione tra gli OGM emessi e l'organismo bersaglio.
5. Individuazione e descrizione di organismi non bersaglio che possono essere colpiti involontariamente.
6. Probabilità di variazioni, dopo l'emissione, delle interazioni biologiche o del campo ospite.
7. Effetti noti o previsti sugli organismi non bersaglio nell'ambiente, impatto sui livelli di popolazione degli organismi competitori, prede, ospiti, simbiotici, predatori, parassiti e patogeni.
8. Coinvolgimento noto o previsto in processi biochimici.
9. Altre interazioni con l'ambiente potenzialmente significative.


IV. INFORMAZIONE SUI PIANI DI SORVEGLIANZA, DI CONTROLLO E DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI E SUI PIANI DI INTERVENTO IN CASO DI EMERGENZA

A. Tecniche di sorveglianza:

1. Metodi per rintracciare gli OGM e per controllarne gli effetti.
2. Specificità (per individuare gli OGM e distinguerli dagli organismi donatori, ricevuti o se del caso, parenti), sensibilità e affidabilità delle tecniche di controllo.
3. Tecniche per rilevare il trasferimento del materiale genetico donato in altri organismi.
4. Durata e frequenza del controllo.

B. Controllo dell'emissione:

1. Metodi e procedure per evitare e/o ridurre al minimo la diffusione degli OGM al di fuori della zona d'emissione o della località designata per l'uso.
2. Metodi e procedure per proteggere la zona dall'intrusione di individui non autorizzati.
3. Metodi e procedure per impedire che altri organismi penetrino nella zona.

C. Trattamento dei rifiuti:

1. Tipo di rifiuti prodotto.
2. Volume di rifiuti previsto.
3. Eventuali rischi.
4. Descrizione del trattamento previsto.

D. Piani di intervento in caso di emergenza:

1. Metodi e procedure per controllare gli OGM in caso di diffusione non prevista.
2. Metodi di decontaminazione delle aree colpite, per esempio estirpazione degli OGM.
3. Metodi di eliminazione o di disinfezione per piante, animali, suoli, ecc., che sono stati esposti durante o dopo la diffusione.
4. Metodi per l'isolamento della zona colpita dalla diffusione.
5. Piani per la protezione della salute umana e dell'ambiente in caso di manifestazioni di effetti non desiderabili.

(1)


Autorizzazione per la coltivazione di Ogm

L'autorizzazione deve essere rilasciata dalla X direzione del Ministero della Sanità che provvede a ricevere e controllare le notifiche della aziende e, di conseguenza, a concedere i necessari permessi.

Al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio sono affidati i ruoli di Autorità Nazionale Competente in materia di rilascio di Ogm e di focal point, con competenze in materia di sostegno al flusso delle informazioni tra i vari organismi interessati e nei confronti dei cittadini.