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Come contribuire a risolvere il
problema rifiuti trasformandoli in prodotti e recuperando energia in
centrali già esistenti.
NE, Nomisma Energia ha da poco concluso uno studio sul combustibile
da rifiuti di qualità
elevata, CDR-Q, che presenterà a Roma presso il Gestore dei Servizi
Elettrici (GSE) giovedì
10 gennaio 2008 (www.nomismaenergia.it ; www.gsel.it).
La crescita della produzione di rifiuti urbani è un problema comune
a tutti i paesi
industrializzati, ma con connotati più gravi per l’Italia e, in
particolare, per alcune aree del
nostro paese, come testimonia la drammatica cronaca degli ultimi
giorni.
Dal 1995 al 2007 la produzione di rifiuti urbani in Italia è
cresciuta del 27%, 7 milioni di
tonnellate in più ad un nuovo record di 33 milioni di tonnellate.
L’Italia è fra i paesi più
arretrati in quanto destina ancora gran parte dei propri rifiuti,
oltre il 60%, a discarica,
contro un valore medio europeo del 38%. In Italia è ancora poco
diffuso il riciclaggio e il
recupero energetico dei termovalorizzatori.
Il problema dei rifiuti, obbliga all’adozione di una pluralità di
politiche di carattere territoriale,
ambientale, energetico ed economico: il CDR-Q è uno strumento sul
quale far convergere
queste politiche integrate. Il CDR-Q è un prodotto che utilizza come
materia prima i rifiuti
urbani appositamente trattati e provenienti da processi di raccolta
differenziata a monte.
Il vantaggio del CDR-Q riguarda il suo contenuto di biomassa, circa
il 50%, che in tutti i
paesi industrializzati è riconosciuta essere una fonte rinnovabile.
Per altro, si tratta di
biomassa “non vergine”, proveniente cioè da altri processi
produttivi, che evita l’uso di
biomassa “vergine”, quella ad ottenuta ad esempio dal legno di
foreste esistenti.
Il CDR-Q deve essere impiegato nella co-combustione in centrale
elettriche o nei cementifici
e ciò evita la realizzazione di nuovi impianti di combustione e,
allo stesso tempo, l’uso di
combustibili fossili per circa 2 milioni di tonnellate equivalenti
di petrolio all’anno. In Italia le
potenzialità di suo consumo sono di 3,7 milioni di tonnellate che
permetterebbero l’impiego
di circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani.
I benefici economici e ambientali ottenibili dall’impiego di CDR-Q
nei cementifici e nelle
centrali elettriche sono:
• Riduzione delle emissioni di CO2, principale gas che causa
l’effetto serra, di 7 milioni di
tonnellate all’anno; si tratterebbe di una delle misure più efficaci
per il raggiungimento
degli obiettivi di Kyoto;
• Aumento della produzione di elettricità da fonti rinnovabili per
2,7 TWh all’anno, pari al
consumo di un milione di famiglie; ciò contribuirebbe al
raggiungimento degli ambiziosi
obiettivi europei;
• Risparmio energetico di 0,33 milioni di tonnellate equivalenti
petrolio (Mtep) all’anno nei
cementifici, contro un obiettivo nazionale al 2009 di 2,9 Mtep;
Complessivamente, la valutazione economica di tali benefici indica
una cifra di 650 milioni di
euro all’anno, mentre l’analisi della catena del valore porta ad una
stima di 307 €/tonnellata
di CDR-Q nelle centrali elettriche e di 59 € nei cementifici. Il non
sfruttare le potenzialità
del CDR-Q rappresenta prima di tutto uno spreco economico, ma anche
una mancata
occasione nel tentativo di risolvere il grave problema rifiuti.
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Rifiuti, con Cdr di qualità
benefici per 650 mln euro - Nomisma
giovedì, 10 gennaio 2008 2.01
Versione per stampa
ROMA (Reuters) - Grazie all'utilizzo dei Cdr-Q, i combustibili da
rifiuti di qualità elevata, sarebbe possibile avere dei benefici
economici e ambientali per una cifra di 650 milioni di euro l'anno.
Per le famiglie sarebbe possibile una riduzione delle bollette dei
rifiuti di un centinaio di euro l'anno.
È quanto afferma il rapporto della Nomisma energia, "Politiche
energetiche e ambientali: le potenzialità del combustibile da
rifiuti di qualità elevata".
Il Cdr-Q è un prodotto che utilizza come materia prima i rifiuti
urbani appositamente trattati e provenienti da processi di raccolta
differenziata a monte e il 50% del suo contenuto è biomassa
(considerata fonte rinnovabile). E può essere utilizzato nelle
centrali elettriche o nei cementifici.
"In Italia le potenzialità di consumo sono di 3,7 milioni di
tonnellate che permetterebbero l'impiego di circa 8 milioni di
tonnellate di rifiuti urbani", si legge nel rapporto.
Dal 1995 al 2007, ricorda il rapporto, "la produzione di rifiuti
urbani è cresciuta del 27%, 7 milioni di tonnellate in più a un
nuovo record di 33 milioni di tonnellate".
Si tratta di un ritmo annuale che negli ultimi dieci anni è stato
del 2,1%, superiore a una media di crescita del Pil dell'1,3%.
Con i combustibili da rifiuti di qualità elevata la produzione di
elettricità da fonti rinnovabili aumenterebbe di 2,7 TWh all'anno,
nei cementifici si arriverebbe a un risparmio energetico di 0,33
milioni di tonnellate equivalenti petrolio (Mtep) e si ridurrebbero
le emissioni di Co2 di sette milioni di tonnellate l'anno.
"Il risparmio energetico è talmente ricco con questo prodotto perché
ha un valore dell'ordine di 300 euro a tonnellata, pari a 30
centesimi al chilo, perché dentro ci sono imballaggi o carta o
bottiglie di plastica", ha detto a margine Davide Tabarelli,
presidente di Nomisma Energia.
"Considerando anche un valore di 20 centesimi al chilo, in linea
teorica questo consentirebbe di azzerare le bollette dei rifiuti
cittadini. Cosa importantissima per le famiglie per arrivare a fine
mese, ancora prima dell'emergenza rifiuti in Campania. Se usassimo 8
milioni di tonnellate di rifiuti su un totale di 33 prodotte, si
potrebbe assistere a una riduzione delle bollette dei rifiuti del
20- 30%, pari ad almeno un centinaio di euro l'anno per le
famiglie", ha aggiunto.
© Reuters 2008. Tutti i diritti assegna a Reuters.
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